Girando per il web, ho notato che molti scrittori cominciano il proprio blog cercando di spiegare, razionalizzando, il motivo per il quale scrivono e non ne capisco proprio il perché.
Mi è venuto, onestamente, da chiedermi la stessa cosa.
Perché io scrivo?
Sono rimasta un po' in silenzio e mi sono guardata attorno. Boh, beh, bah...sì, certo.
"Perché sì" mi è venuto da pensare e credo che non ci sia eloquenza maggiore procreabile dalla fusione di altre parole se non queste.
Beh, io scrivo.
Se non dovesse piacere a nessuno, io continuerò a scrivere...e se nessuno capirà di cosa sto parlando, meglio ancora.
Se mi prenderanno per pazza, avrò raggiunto il mio scopo e se sgraneranno gli occhi, allora sì che mi compiacerò.
Chissenefrega del giudizio altrui.
Io scrivo per me. Punto e basta. E nessuno può togliermi il diritto di scrivere, di qualsiasi cosa io voglia, di ciò che mi circonda e di ciò che non conosco, di ciò che mi emoziona o di ciò che mi lascia indifferente.
Io scrivo e non mi sento speciale né tantomeno privilegiata.
Chiunque può scrivere, e se ha voglia deve farlo, a prescindere dal risultato.
Se ci prende l'istinto di colorare i righi del taccuino di inchiostro nero e pensoso, bisogna lasciarsi andare alle parole dell'anima e se abbiamo bisogno di urlare silenziosamente la nostra rabbia al mondo, basta imprimerla sulla carta.
Non c'è cosa più bella di poter ritrovare se stessi e quello che siamo stati su quella carta ingiallita dal passare degli anni.
Non c'è sensazione più intensa del vedersi impressi in una fotografia "cartacea" colorata d'inchiostro.
Chiunque può scrivere se vuole farlo. Cattivo o buono, comunque sia il risultato, ciò che conta è che faccia star bene in quel momento, e ancor più bene una volta abbandonati lì i pensieri.
Perchè scrivo?
Perché sì, io scrivo e scrivo per me stessa e se scrivere mi fa sentire viva e soprattutto libera, allora le emozioni che dipingerò a penna sicuramente arriveranno a coloro che le vedranno ritratte di nero.