Lo stereo acceso copre il fracasso dei clacson e dei motori mentre la radio ci tiene compagnia in questa meravigliosa giornata di sole.
Napoli è una città estiva, fatta di strade dipinte di colori e vivacità. L’inverno non le fa onore; il grigiore del tempo si fonde con quello dell’anima dei suoi cittadini, afflitti dall’onnipresenza della pioggia e desiderosi di vivere l’animosità delle strade, che si ripopolano nei mesi caldi.
Marco ed io stiamo andando in centro, io sono seduta al suo fianco e lo osservo mentre guida l’auto. Mi piace da impazzire. Mi è sempre piaciuto tanto.
A volte mi fermo a riflettere, e mi rendo conto che nonostante io lo conosca da dieci anni, Marco mi riesce ogni giorno a fare lo stesso effetto.
Nonostante gli anni passino in fretta e la monotonia incomba sul nostro rapporto, io non riesco a smettere di guardare Marco e di pensare che mi piaccia ancora da morire.
Mi emoziono ogni volta che lo vedo e sono allegra ogni volta che facciamo conversazione, cosa che capita un milione di volte al giorno.
Ricordo che la prima volta che l’ho incontrato, dieci anni fa, non mi fece alcun effetto, anzi mi fu addirittura indifferente.
Ero una ragazzina, allora. A parte qualche cotta adolescenziale, non avevo ancora idea di cosa significasse il groppo alla gola o il battito accelerato dovuto all’innamoramento.
Eppure quell’incontro mi ha cambiato la vita.
Marco è in ogni sguardo che rivolgo alle persone, in ogni parola che dico, in ogni attimo che vivo, in ogni opinione che esprimo, in ogni battito del mio cuore, in ogni respiro che faccio.
Marco è la mia naturale continuazione. Marco è la mia anima gemella.
Mi ha insegnato tutto. La mia amica Rosa dice spesso che non c’è episodio significativo della mia vita che, naturalmente o forzatamente, non possa essere ricondotto a Marco, e come darle torto!
L’ho conosciuto quando avevo venti anni e mi occupavo solo della scuola e della musica e con l’amore non avevo avuto ancora a che fare.
Dal momento in cui ho incontrato la sua anima, il mio cuore non si è mai allontanato da lui.
Io sono stata altrove, ho fatto le mie esperienze, i miei errori, la mia vita. Ma il mio cuore è sempre stato lì, con Marco.
Non ci ho messo molto a capire che quella persona, ai tempi sconosciuta per me, aveva qualcosa di speciale. Qualcosa che nemmeno anni di assenze e silenzi avrebbero potuto cancellare.
Se è vero che il fare la sua conoscenza non mi scombussolò la vita, Marco riuscì a conquistarmi in meno di due settimane, e alla fine fui io a diventare dipendente dalla sua presenza.
Il tempo passato con lui magicamente volava via, come uno stormo che migra sorpassando il mare e il sorvolare tutta quell’acqua salata accresceva in me la sete di lui.
E’ così scostante all’apparenza che non si sa come bisogna prenderlo; sembra altezzoso, distante, criptico, disinteressato a quello che gli gira intorno.
Non è esatto dire che l’apparenza inganna. L’apparenza è solo uno scrigno, chiuso con un lucchetto.
Bisogna impegnarsi per indovinare la combinazione se si vuole andare oltre ciò che meramente appare.
Senza indizi, aprire il forziere è un compito ineseguibile, e Marco decise di rendermi noti solo i primi numeri della combinazione tenendo per sé il resto, in attesa di vedere quali sarebbero state le mie mosse.
Io riuscii a criptare il messaggio ed aprii il baule.
Quel distacco, quel silenzio, quella riservatezza che lessi durante il primo incontro erano reali, ma rappresentavano solo una piccola parte di quel meraviglioso universo.
L’essere entrata nelle grazie del re del riserbo fu davvero un traguardo per me, e avendo ottenuto un posto al suo fianco non avevo intenzione di perderlo.
Non era importante cosa facessimo, i minuti che si susseguivano sembravano tutti attimi perfetti, perfettamente intarsiati da risate e carezze.
L’idea di essere amici non ci ha mai sfiorati; erano le nostre mani, le nostre labbra, i nostri sensi che si sfioravano invece, continuamente.
E più si conoscevano e meno potevano allontanarsi gli uni dagli altri.
L’odore della sua pelle e la sua voce mi sono rimasti impressi sull’epidermide e nelle orecchie per tutto il tempo, passato vicino o lontano da lui.
Marco è l’adrenalina, l’amore, la passione, la compatibilità, il rispetto, l’armonia, l’arte, la gioia, la forza, la comprensione che mi serve nella vita.
È l’ossigeno. Non so come ho fatto a vivere senza aria per tre anni, adesso che respiro.
Ebbene sì, quando la vita decise di separarci, lo fece in pompa magna. Non ci parlammo e non ci incontrammo per tre lunghissimi anni.
Forse c’era qualcosa che dovevamo imparare stando separati.
I dolori e le esperienze che hanno intervallato la nostra separazione, ci hanno reso capaci di accoglierci con amore e rispetto.
La mancanza e la nostalgia sono stati gli ingredienti segreti della ricetta del nostro amore.
Durante la permanenza alla sua corte, il Re del riserbo mi rimpinzò di prelibatezze e leccornie.
Quando fui costretta ad abbandonare il palazzo reale, mi fortificò scoprire che potevo sopravvivere anche senza inghiottire le squisitezze che erano servite al suo banchetto, ma stare a digiuno dopo aver assaporato le bontà della tavola è una condanna a morte.
A dire il vero si sopravvive, talvolta si deve, ma il cibo che si ingerisce per alimentarsi non ha più quel gusto e non arreca lo stesso stato di soddisfazione, sazietà e godimento.
Mi fa soffrire pensare a quanto l’orgoglio ci influenzi la vita, ma la propria sopravvivenza ha la priorità rispetto al compiacere gli altri.
Bisogna ammettere che il proprio benessere è al primo posto fra gli obiettivi dell’essere umano, e non è certo possibile sacrificare le proprie necessità a favore della soddisfazione di quelle degli altri, a maggior ragione quando l’assecondarle arreca sofferenza.
Ecco perché quando ho tentato di rendere felice Marco e Marco voleva far felice solo se stesso, ho dovuto arrendermi.
Ho abbandonato la battaglia quando ero oramai stremata, sola e senza armi. Di fronte a me un impavido cavaliere ancora con l’armatura e la spada era pronto ad attaccare, nuovamente. L’ho guardato, gli ho sorriso, mi sono voltata e sono andata via, per la mia strada.
In una notte dalla nube fitta, ho percorso una via ripida, in salita, piena di buche, di fango, di sassi, di piante spinose che mi hanno ferita ad ogni passo.
Quando sono giunta sul sentiero, è finalmente sorto il sole.
Nonostante la fatica e le lesioni sul mio corpo, non ero stanca e mi sentivo pronta per correre verso la felicità.
Mancava qualcosa, però. Qualcosa che avevo lasciato all’inizio del cammino.
Non ho avuto paura di tornare indietro e di affrontare la foschia di nuovo, forte dell’esperienza acquisita.
Sono andata a riprendermi Marco, con tutta la forza ed il coraggio che avevo.
Stavolta volevo renderlo felice, e rendere felice anche me.
E Marco era pronto a realizzare la sua felicità in me.
Probabilmente aveva percorso lo stesso sentiero, ma il buio non ci aveva permesso di intravederci.
Da allora non ci siamo più separati, e abbiamo percorso quella salita insieme, stavolta circondati dal calore dei raggi del sole e da una natura benevola.
Quando si incrocia l’amore vero, non lo si fa per un istante, ma per tutta la vita.
Marco è tutto ciò che speravo che fosse, e anche qualcosa in più.
Ogni giorno mi regala qualcosa di prezioso, che gelosamente conservo nel mio baule a forma di cuore.
Mi accarezza, mi sorride, mi ascolta, mi parla, mi osserva, mi protegge, mi rimprovera, mi accudisce, mi supporta, mi avvolge.
E mi regala tanta cioccolata.
Ogni giorno un tipo di cioccolata diversa, un tipo di felicità diversa.
Io resto sempre senza parole; non credevo esistessero così tanti tipi di cioccolata, con tanti sapori diversi, tutti dolcissimi.
Marco è la mia cioccolata, è il dolce di cui la mia vita ha bisogno.
E allora sì, voglio ingrassare, rimpinzarmi di cioccolata.
Buonissima coccolata, dolcissima cioccolata, purissima cioccolata.
Buonissimo Marco, dolcissimo Marco, purissimo Marco.
Auguro al mondo intero tanto gusto nella vita, da svegliarsi la mattina e desiderarne ancora, e ancora.
Ti amo Marco e ti amerò per sempre.
Da quel giorno che mi sono accorta di te al giorno in cui chiuderò gli occhi per sempre, felice di averti avuto nella mia vita.
Da sempre. Per sempre.
© Ambra De Prisco